Con una trama che mette in primo piano il rapporto tra i bambini e la natura, il libro italiano La lezione degli alberi, scritto da Roberto Parmeggiani e illustrato da Attilio Palumbo, sarà lanciato in ottobre dalla Casa editrice DSOP, tradotto in portoghese.
Il libro racconta la storia di Enrico, un ragazzo che si rivolge al suo maestro per capire le differenze tra le persone e riceve un buon insegnamento su diversità e natura.
In un’intervista esclusiva, Parmeggiani spiega come l’idea del libro è nata e cosa si aspetta con il lancio del progetto in Brasile.
– Come è nata l’idea di trattare il rapporto tra natura e bambini?
Mi occupo da tanti anni di educazione e, con il passare del tempo, mi sono convinto che uno dei temi centrali è quello del futuro. Come ci immaginiamo il nostro futuro? Cosa desideriamo costruire? Quali i nostri sogni e come pensiamo di realizzarli? Se penso alle risposte a queste domande, penso alla natura e ai bambini, singolarmente e in relazione tra loro perché i bambini e la natura sono oggettivamente il futuro dell’umanità. L’impegno che metteremo nell’educazione dei primi e nella cura della seconda e la capacità di valorizzare le differenze e preservare la biodiversità, saranno gli elementi che determineranno lo sviluppo dei prossimi decenni.
– Il confronto tra bambini e alberi è il punto più alto del libro. Come è nata questa ispirazione?
Sono cresciuto in una zona di campagna e quando ero bambino mi piaceva arrampicarmi sugli alberi, sentirne il profumo, abbracciarli e, soprattutto, sono sempre stato affascinato (e lo sono ancora) dalla loro capacità di cambiare pur rimanendo sempre loro stessi. Inoltre gli alberi sono tutti diversi ma, allo stesso tempo, tutti figli della stessa terra. Proprio come i bambini.
Ecco, quando ho pensato di affrontare il tema della diversità è stato logico pensare di mettere in relazione bambini e alberi.
– Quali sono stati gli spunti che hanno portato alla creazione dei personaggi Enrico, Paola e Dino?
Enrico e Paola mi sono venuti incontro tra le parole della storia. Non vorrei risultare troppo poetico ma è stato proprio così. Si sono presentati e io ho ascoltato la loro storia. Che poi è la storia di tanti bambini che ho conosciuto. Io l’ho solo presa in prestito e l’ho raccontata.
Dino, invece, è un personaggio reale. È stato il primo maestro del piccolo paese in cui sono nato e cresciuto e, per tutta la vita, è rimasto tale per bambini e adulti, punto di riferimento storico e culturale.
– Che effetto speri possa avere il libro sui bambini?
Quando scrivo una storia il mio desiderio è che i bambini che la leggeranno possano riconoscersi e trovare in quelle parole un pezzo della loro vita quotidiana. Mi piace pensare che, dopo aver letto una delle mie storie, i bambini pensino ”Proprio com’è successo a me!”.
La lezione degli alberi è stata scritta con questo obiettivo e la mia più grande speranza è che parli la lingua dei bambini, perché è per questo che è nata: entrare in contatto con il cuore dei bambini e aiutarli a conoscere qualcosa di nuovo su loro stessi e sugli altri.
– Quali sono le tue aspettative per il lancio del lavoro in Brasile?
Sono felicissimo che questo nuovo progetto veda la luce in un paese che amo tanto. Ho vissuto a San Paolo un anno e mezzo e, da allora, il Brasile è nel mio cuore. Spero che il pubblico brasiliano ascolti questa lezione non come una predica noiosa ma come si ascoltano le parole di una madre che ci vuole bene e che sa ciò di cui abbiamo bisogno.
– Come il tuo lavoro con i bambini e le persone con disabilità influenza le tue opere?
Il lavoro che faccio è la fonte di tutti gli ingredienti necessari per preparare una buona storia. Come un cercatore raccolgo esperienze, emozioni, parole, sguardi e tutto ciò che mi possa aiutare a scrivere storie sincere, che dicano la verità. Inoltre, stare in relazione con bambini o con persone con disabilità è un continuo esercizio di fantasia e creatività, ingredienti essenziali per uno scrittore.
Intervista originale pubblicata editoradsop

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